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Concerto a Montorfano

by Murmur Mori 🌹

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  • Compact Disc (CD) + Digital Album

    13th century poems and lyrics from jesters set to music, songs inspired by Nature and poems from the Codex Buranus. A live album recorded inside the medieval church of San Giovanni in Montorfano, in the Italian Alps.
    The entire video is viewable on our YouTube channel.
    Download includes a 12 pages English/Italian booklet with photos and detailed informations about the songs and the lyrics.

    Poesie di giullari messe in musica, canti ispirati dalla Natura, testi del XIII secolo e del Codex Buranus. Un disco dal vivo registrato all'interno della chiesa medievale di San Giovanni in Montorfano (VB).
    L'intero video si può vedere dal nostro canale YouTube.
    L'acquisto include un booklet in Italiano/Inglese con foto, testi delle canzoni e informazioni dettagliate.

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1.
O fortuna velut luna statu variabilis semper crescis aut decrescis vita detestabilis nunc obdurat et tunc curat ludo mentis aciem egestatem potestatem dissolvit ut glaciem. Sors inmanis et inanis rota tu volubilis status malus vana salus semper dissolubilis obumbratam et velatam mihi quoque niteris nunc per ludum dorsum nudum fero tui sceleris. Sors salutis et virtutis mihi nunc contraria est affectus et defectus semper in angaria hac in hora sine mora cordis pulsum tangite quod per sortem sternit fortem mecum omnes plangite.
2.
A la stagion che ‘l mondo foglia e fiora acresce gioia a tuti fin' amanti: vanno insieme a li giardini alora che gli auscelletti fanno dolzi canti; la franca gente tutta s'innamora, e di servir ciascun trages' inanti, ed ogni damigella in gioia dimora; e me, n'abondan marimenti e pianti. Ca lo mio padre m'ha messa ‘n erore, e tenemi sovente in forte doglia: donar mi vole a mia forza segnore, ed io di ciò non ho disìo né voglia, e ‘n gran tormento vivo a tutte l'ore; però non mi ralegra fior né foglia.
3.
Doni, donçelli gardati cche ven l'alegra stason: venite la dansa balati: far lo devit per rason. Li doni che so'inamorati non deça guardar cason; poy che lo tempo se pon de darve solaç e deport, bene serïa gran tort se stesev in casa reclosa. Dansa de grande valore van'a quel'alta donçella: salu a la flor de li flori che vegn'a la dansa novella. E be' lo dé far per so onore, quella resplandente stella. Poy ch'el'è flor d'ogna bella, per De', non se'n faça prigari: vegn'a la rot'a balari...
4.
Fortune plango vulnera stillantibus ocellis, quod sua michi munera subtrahit rebellis. verum est, quod legitur fronte capillata, sed plerumque sequitur Occasio calvata. In Fortuna solio sederam elatus, prosperitatis vario flore coronatus; quicquid enim florui felix et beatus, nunc a summo corrui gloria privatus. Fortune rota volvitur: descendo minoratus; alter in altum tollitur; nimis exaltatus rex sedet in vertice - caveat ruinam! nam sub axe legimus Hecubam reginam.
5.
Tutto lo mondo si mantien per fiore, se fior non fosse frutto non serìa, e per lo fiore si mantene amore, gioie e allegrezze ch'è gran signoria. E de la fior son fatto servidore si de bon cor che più non poria: in fiore ho messo tutto'l meo valore se fior mi fallisse ben morìa. Eo son fiorito e vado più fiorendo in fiore ho posto tutto il mi' diporto: per fiore aggio la vita certamente. Com più fiorisco più in fior m'intendo: se fior mi falla ben serìa morto, vostra mercé (madonna), fior aulente.
6.
Vorria e non vorria darvi piacere, il dir pur stringe, il pudor mi raffrena, il star me noia, il partir mi dà pena, ma non farò però contro il dovere. Il star in banca alfin m'è dispiacere, perché veggio la gente che m'accena, tal piglia piacer de la mia vena, che non vorrei che mi fusse scudiere. O Febo, l'arte tua ridocta a tale, che chi ti segue è mostro infra la gente a dito con le lingue use a dir male. Non vi meravigliate de nïente, s'a cantare una donna in banca sale: virtù fa l'omo al tutto onnipotente. Benché una forza mia timida voce suspinga a dire, il pudor la molesta, cussi fra doppia fiamma avvolto resta mio faretrato cor che sempre coce. Ma spinta dall'audacia che mai noce, dirò con quel favor che il ciel mi presta e sforzerommi dar piacere e festa a ciscadun che mi darà la croce. Ma non sia alcun che pigli admirazione s'io son montata in banca per cantare ch'arte non è però già da poltrone. Febo si dilettava del sonare col canto Tebe edificò Anfione: donde questa virtù divina pare. Lassate il murmurare o vulgo, o plebe, perchè alfin s’è visto che sol col canto in ciel si placa Cristo!
7.
Libera Musa 03:14
Danza spontanea sorge e si mostra, dove non è attesa sovverte, ribalta l'ordine a volontà scoperte. Gaia come un fiore non colto, che l'erba e il terreno son del fior la bellezza. Non la danza venduta che è stata richiesta, ma la danza che improvvisa si manifesta. Il gesto istintivo del bramare ciò che palpita, il suo passo rivolge ed un canto essa porge. Danza iniziatica imperitura, che sempre rinnova il suo moto di un suono che a nessuno è noto. Eppure mai mente, è sempre costante. Tutto contiene e nulla possiede, una danza che esprime e non rappresenta.
8.
Son cicala e canterò Sotto al Sole mi scalderò Tu formica nasconderai Quello che troverai. Quando il vento cambierà E il mio canto finirà Dell'Inverno il bianco velo Vi ricoprirà di gelo. Fin che germoglierà, chi con me canterà! Della vita son padrona, son poesia e son cialtrona. Libera di sollazzar e per Amor cantar! Tutti si dovrà morire lascio dunque a te l'ardire di gioir di questo tempo, mentre io canterò fino a che morirò.
9.
10.
Il verde picchio s'alza in volo Di rubino ha il capo ornato Se l'ali apre per fuggir pericolo Se senta il giorno che gli è dato Che sia della morte il timore ad animar nell'aria sue piume? O che sia invece della vita l'ardore? Par come il fiume: Che scorre incessante, eterno inizio ed ignota fin.
11.
Io me ne infischio di questa società, serva di Norma e di Falsità, ma canto con gioia dell’inciviltà: regina bella per Natura! Norma severa ci vuole abituar ad una vita di miseria, solo tenzoni senza gloria che non fan pianger la società. Norma comanda con le comodità, donando falsa serenità, ma se Natura gli occhi ci aprirà farem crollare ogni città. Sopra l'asfalto non c'è vita, ma sol la terra può generar ciò che ci occorre per poter respirar lo dà Natura e non Norma. Viver schermati lontan dalla realtà è ormai per tutti normalità ma il nostro cuore trova serenità se non c’è Norma ma Natura. Forza ballate e cantate insieme a me, che sol così si fa male al re, lui ha scambiato la nostra libertà, contro Natura, con Norma.

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13th century poems and lyrics from jesters set to music, songs inspired by Nature and poems from the Codex Buranus. A live album recorded inside the medieval church of San Giovanni in Montorfano, in the Italian Alps.
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Poesie di giullari messe in musica, canti ispirati dalla Natura, testi del XIII secolo e del Codex Buranus. Un disco dal vivo registrato all'interno della chiesa medievale di San Giovanni in Montorfano (VB).
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credits

released June 4, 2021

Mirko Volpe: guiterne, medieval hurdy gurdy, chant, frame drums
Silvia Kuro: chant, rope drum, bell stick, riqq
Alessandra Lazzarini: piccolo flute
Stefano Barcellari: tbilat, darbuka, riqq, tambourine
Matteo Brusa: frame drum, bells, cymbals

Filmed by Thomas Foresti
Live recording by Edizioni Stramonium
Editing video by Silvia Kuro
Special thanks to "Ecomuseum Of Montorfano Granite" and "Associazione Somariamente".

Edizioni Stramonium ©
Murmur Mori , 2021 ℗ ©

license

all rights reserved

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about

Murmur Mori 🌹 Piedmont, Italy

The ensemble's work focuses on jongleur poetry, the reconstruction of the sound of early Italian vernacular poems and of the secular medieval music. 🌹

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